“Moonatica è il suo interessante disco tra Shock The Monkey (di Peter Gabriel) ed il suicidio di Ofelia che compare in copertina. Ma la presenza di Otello non albeggia nel disco, come nemmeno nella vita di Cris Pinzauti: in verità è una persona più terrestre e semplice di quello che il suo sguardo magnetico vorrebbe farti immaginare. Incute financo timore, per poi scoprire che fischietta Renato Zero e si circonda di tanti musicisti e molti di questi sono davvero amici, cosa assai rara nel mondo delle sette note, per di più fiorentino.
Cris, in piena pandemia arrivi a 50 anni e pubblichi un nuovo disco: come hai costruito Moonatica? Ho cominciato a lavorare su Moonatica (senza sapere che sarebbe stato un disco) già nel 2018. Il 5 Maggio teniamo un concerto al teatro del Circolo Il Progresso a Firenze e nell’occasione lo registriamo, sebbene la band non avesse fatto altro che una sola prova. Nonostante questo, c’erano due brani che mi sembravano suonati molto bene ovvero Ghost e Shock The Monkey e alla fine dello stesso anno ho deciso di lavorarci in studio e mettere i brani “in bella” come si diceva a scuola. Il risultato è quello che si sente su disco adesso.Da quella coppia di canzoni nasce e si concretizza l’idea di fare una cosa più estesa e quindi il secondo disco: Moonatica appunto.
E’ un disco con due anime, una in inglese ed una in lingua italiana … Tutta colpa del brano “Non andar via” e di Eleonora la mia compagna. Il brano è stato scritto prima in inglese col titolo Don’t Walk Away, ma riascoltandolo Eleonora di cui sopra, mi sprona a fare quello che avevo sempre detto di fare senza mai andare fino in fondo: provare a tirare giù le nuove canzoni in italiano per capire se suonavano bene anche in quel modo. Premetto che la mia tipologia di scrittura è fondamentalmente americano/anglosassone esattamente come la grossa parte della musica che ascolto. Ebbene il risultato in quel caso è stato per certi versi superiore all’originale e da lì non ho più smesso di scrivere testi delle canzoni sia in italiano che in inglese almeno per questo progetto. Il titolo Moonatica, una parola che non esiste, viaggia su questo gioco di parole tra Lunatic/Lunatico e Moon/Luna.
Logico chiederti perché hai scelto di proporre due remake di artisti così diversi tra loro … Io ascolto musica molto differente da quando sono piccolo. Peter Gabriel è in assoluto il mio artista preferito, mentre Renato Zero almeno fino ad Artide Antartide ha scritto e cantato cose che mi hanno lasciato un segno indelebile addosso, soprattutto durante l’adolescenza. Avevo bisogno di misurarmi con loro, un po’ come si fa con i padri che ti hanno insegnato tutto. Visto che il disco è bilingue ho scelto di differenziare le due uscite “moon” (per l’inglese) e “luna” (per l’italiano) almeno nella scelta delle cover.
Sono tanti i musicisti che hai coinvolto. Da chi vogliamo partire? Eh beh, sì… sono parecchi! Partiamo da Giuseppe Scarpato, chitarrista e produttore di Edoardo Bennato, a cui ho chiesto una cosa impensabile per chiunque mi conosca: arrangiare un brano mio. Il brano in questione è proprio “Non Andar Via”. Il suo è l’intervento più invasivo in questo disco. Poi c’è il pianoforte di Luca Moriani nel brano di Renato, le batterie di Marco Confetti e Dado Pecchioli (che suona nella band di Alessandra Amoroso), mio fratello Marzio per quasi tutte le linee di basso, Federico Sagona e Paolo Loppi nei brani dal vivo, la chitarra acustica e la scrittura di Leonardo Ricotti nel brano per mio padre, il Theremin chirurgico di Giulia Riboli, l’assolo di Mario Assennato su Strega o forse dovrei dire Christian Wise (il personaggio di Mario nel primo disco dei Death SS) visto l’argomento del brano ed (last but not least) Eleonora Comemipare ai cori.Tutto quello che non hanno suonato loro l’ho naturalmente suonato io ovvero la maggior parte delle chitarre elettriche, acustiche, un paio di tracce di basso e le poche programmazioni.
Mi hai già raccontato la bella storia che sta dietro alla copertina di Moonatica, ma ti chiedo di ripeterla per i nostri lettori … La copertina è opera di Enrico Guerrini, un pittore fiorentino che amo e di cui ho diversi quadri a casa. Avevo visto una sua opera sul sito, ma ahimè era già stata venduta. Enrico però me ne ha fatta una simile con degli accorgimenti da vero grafico .L’opera che si vede, che sembra un unico quadro in realtà sono due parti separate che abbiamo scannerizzato per poterle usare a nostro piacimento nella costruzione della copertina. Il quadro rappresenta il suicidio di Ofelia, una delle scene Amletiche e Shakespeariane più rappresentate perché si tratta di una scena che nella tragedia a teatro non si vede. In questo caso è la rappresentazione della morte, tema che corre lungo tutto il filo del disco ma anche la simbologia analitica della superficie dell’acqua con i mostri degli abissi che ci aspettano sul fondale e che tutti dovremmo affrontare per poi tornare ad essere “superficiali” nel senso buono del termine.”